All’ultimo consiglio comunale, il gruppo consigliare di Faenza Cresce ha voluto portare all’attenzione dei colleghi e della giunta il tema delle gelate di questo marzo e delle conseguenze sul settore agricolo faentino.
Anche quest’anno nella seconda metà di marzo si sono registrate delle gelate tardive con temperature notturne che sono scese sotto lo zero. Queste temperature, associate alla presenza di cielo sereno e assenza di vento, sono estremamente dannose per le colture frutticole in fiore e in modo particolare per le drupacee perché congelando vengono distrutti i tessuti vegetali, tra cui i fiori, compromettendo così in maniera inevitabile la produzione frutticola.
A partire dai primi monitoraggi a cura di associazioni dei produttori, che sono stati avviati appositamente per raccogliere dati relativi alla previsione di danno, si ritiene che le zone di pianura siano quelle principalmente colpite da queste brinate di irraggiamento, che colpiscono i frutteti fino ad 1,5/2 m di altezza dal suolo. Si teme che come anno scorso si registrerà un danno importante per la frutticoltura faentina: le colture più danneggiate saranno ancora quelle di albicocco e di pesco.
Questi eventi climatici, un tempo straordinari, oltre a confermare che il clima è fortemente cambiato, stanno diventando ordinari. La filiera agricola risulta l’attività economica che più di tutte soffre le conseguenze dei cambiamenti climatici. Se questi monitoraggi verranno confermati, per ben due anni consecutivi il nostro territorio si troverà ad affrontare una contrazione della produzione di frutta. Queste perdite comporteranno difficoltà economiche per molti coltivatori e non di meno avvaloreranno una questione sociale: meno prodotto implica inevitabilmente meno domanda di manodopera.
Per prevenire risulta necessario mettere in campo investimenti e soluzioni rapide. Naturalmente il comparto agricolo da anni sta investendo per fronteggiare queste criticità mediante strumenti come impianti anti-brina, ventoloni, polizze assicurative. Riteniamo che anche le istituzioni debbano intervenire, così abbiamo invitato Andrea Fabbri (vicesindaco con delega all’agricoltura) a tenere monitorata la situazione. Abbiamo chiesto quali siano i passi e le azioni che l’amministrazione intende compiere sul tema, di concerto con le associazioni di rappresentanza e assistenza dei produttori e con le altre istituzioni superiori (Regione e Ministero).
Il vicesindaco ha confermato la consapevolezza rispetto alla situazione già critica a partire dall’esperienza dello scorso anno. L’amministrazione cura costantemente i rapporti con le aziende e i rappresentanti del mondo agricolo. L’analisi dei danni provocati sarà più chiara verso metà aprile: da allora si potrà agire in maniera più mirata, ma già fin d’ora si tratterà la questione avvalendosi del Tavolo permanente per l’agricoltura faentina: uno strumento recentemente istituito in cui amministrazione, associazioni e produttori possano coordinarsi e condividere linee di azione e intervento di sviluppo e sostegno del mondo dell’agricoltura, e impegnandosi a mettere in campo proposte concrete, efficaci e tempestive, quali: il processo di semplificazione; l’installazione dei sistemi tecnici innovativi e tempestivi; progetti di accorciamento della filiera per i piccoli produttori del territorio e sostenere programmi che stimolino l’utilizzo dei big data in agricoltura, così come l’avvio di percorsi formativi innovativi.
Infine è stata occasione per invitare a valutare la possibilità di uno sgravio delle imposte, per quei ristoranti che decidano di utilizzare i prodotti ortofrutticoli del territorio faentino, e per segnalare l’importanza di monitorare l’accesso ai fondi del Recovery Fund, per gli investimenti in tema di recupero delle acque piovane per accumulare riserve idriche sul territorio: altra problematica, quella dell’approvvigionamento idrico, accentuata dagli effetti del cambiamento climatico.