In Italia sono attivi il movimento Italia Gentile e il progetto Costruiamo gentilezza, con l’obiettivo di costruire reti di operatori ed enti locali per la diffusione di pratiche di gentilezza.
Il movimento Italia Gentile nasce durante il periodo del primo lockdown da Covid-19, ispirato dal libro Biologia della Gentilezza scritto a quattro mani da Daniel Lumera, riferimento internazionale nell’area delle scienze del benessere, e Immaculata De Vivo, docente di Medicina alla Harvard Medical School e di Epidemiologia alla Harvard School of Public Health, fra le massime esperte mondiali nel settore dell’epidemiologia molecolare e della genetica del cancro.
Italia Gentile intende dare una risposta concreta alla crisi di valori della nostra società, partendo da solide basi scientifiche, oltre che da concetti sociali ed esistenziali, riconoscendo appunto nella gentilezza l’elemento fondamentale della ripartenza e ricostruzione nel post Covid-19.
È stato, infatti, dimostrato come valori quali gentilezza, ottimismo, perdono, gratitudine e felicità generino un alto impatto biologico, vitale, emotivo, mentale, sociale e spirituale, andando ad incidere direttamente sul nostro DNA e sui telomeri, ossia gli indicatori del benessere e della longevità.
Da qui è nata una nuova interpretazione della teoria dell’evoluzione, che attesta che a sopravvivere non sia il più forte ma il più gentile, in quanto un cambiamento interiore si riflette sulla qualità delle relazioni e dei processi sociali.
Non sopravvive il più forte, ma il più gentile
Il movimento si pone come una rete diffusa sul territorio nazionale atta a divulgare, promuovere e diffondere i Valori della Gentilezza nel tessuto sociale e la loro concretizzazione attraverso i 6 Pilastri del Benessere: relazioni felici, alimentazione, meditazione, movimento fisico, musica e contatto con la natura.
Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale è stata presentata e approvata una mozione che ha proprio l’obiettivo di riportare al centro la capacità di ascoltare, essere leali e farsi carico (“I care”, avrebbe detto don Lorenzo Milani) come motore comunitario per una ripartenza a tutto tondo dopo la pandemia.
Come riporta il testo del documento: «la promozione delle relazioni si fonda sul riconoscimento esplicito e sulla applicazione concreta di dinamiche di ascolto e gentilezza, che sono messe alla prova in questa fase di esacerbazione delle problematiche personali che tutti noi stiamo vivendo».
Partendo dalla consapevolezza che «la comunità faentina è caratterizzata da un forte potenziale, sarebbe opportuno non disperdere, anzi valorizzare e promuovere: il forte e diffuso associazionismo, l’attenzione agli anziani, la promozione dei giovani dentro e fuori la scuola, lo sport e la diffusa presenza di iniziative che mettono in luce altruismo e fair play, il volontariato civico, i gruppi di vicinato, la promozione di una comunità educante, e molti altri».
La mozione “Faenza Comune Gentile” impegna quindi il Consiglio, il Sindaco e la Giunta ad adottare pratiche di confronto improntate a lealtà, ascolto, gentilezza e rispetto, mantenendo una costante e vigile attenzione in ogni momento della propria attività istituzionale e non; ad individuare formalmente nel Presidente del Consiglio Comunale il garante per l’attuazione dei progetti concreti di cui ai punti seguenti, per la diffusione di una cultura per la gentilezza; ad ospitare il rendiconto annuale delle attività connesse all’attuazione dei progetti correlati.
La mozione, presentata dalla Conferenza dei Capigruppo, è stata approvata all’unanimità.
Il documento della mozione è stato proposto dal gruppo consigliare Faenza Cresce ed è stato accolto con entusiasmo da tutte le forze politiche, che hanno poi stabilito di presentarlo congiuntamente. In sede di Conferenza dei Capigruppo ha avuto luogo un corposo lavoro coordinato di messa a punto della proposta che ha coinvolto attivamente tutti, poiché è stato riconosciuto autenticamente il valore della gentilezza, come strumento forte e utile, una modalità di impostazione diversa di confronto anche politico, un gesto pratico che non è solo cortesia, ma interesse sincero all’altro e al bene comune, la tensione alla concretezza della sua attuazione nella formazione, per imparare a rimanere disponibili e aperti all’altro e alla sua opinione anche se diversa.
In primo luogo sono le istituzioni che si impegnano a “dare l’esempio”, poi a seguire tutta la cittadinanza è chiamata a partecipare, volendosi impegnare a cambiare il modo di essere comunità.